Riso al dente
Che cosa hanno in comune un Monaco Tibetano, un geometra siciliano, un macellaio mantovano, un attore di Teatro-No giapponese, un contadino cinese,
un ballerino di Valencia, un taxista di Calcutta, un ingegnere coreano, un pastore pakistano, un surfista hawaiano, un architetto romano, un batterista di
New Orleans, un camionista uzbeko e un tappetaro iraniano?
Il Monaco Tibetano ne mangia un pugno al giorno; il geometra siciliano mangia l’arancino; il macellaio mantovano lo mangia pilaf; l’attore di Teatro-No
giapponese si fa il sushi; il contadino cinese lo mangia in tutti i modi, persino fritto; il ballerino di Valencia mangia la paella; il taxista di Calcutta lo condisce
con curry e tamarindo; l’ingegnere coreano lo cucina con uovo e spezie, come il pastore pakistano che si fa il Birani; il surfista hawaiano lo consuma col ragù di carne; l’architetto romano purtroppo lo mangia bollito solo quando ha il mal di pancia; il batterista di New Orleans lo condisce coi fagioli rossi; il camionista uzbeko ovviamente con l’agnello e il tappetaro iraniano con le carote.
Ma tutti mangiano RISO !
Il riso è l’alimento più prodotto&consumato al mondo. E’ il minimo-comune-denominatore dell’Umanità. Il riso può essere raffinato o integrale, ma comunque “integra” tra loro le culture, accoglie qualunque condimento.
Abbraccia tutti i sapori. Rappresenta la madre di tutte le diete, la chiave di sopravvivenza per miliardi di persone, ma è anche molto interclassista: lo mangiano sia ricchi che poveri.
Il riso determina e caratterizza i Paesaggi del mondo: dal cielo-a-scacchi di Novara alle risaie terrazzate vietnamite e cinesi. Anche il riso ha le sue brave contraddizioni: il fatto che sia una comodity per il Mercato implica una scomodity per molti Paesi in via di sviluppo.
L’Italia ha imparato il riso da Alessandro Magno e dagli Arabi, ha costruito una sua tradizione, conduce ricerche agronomiche all’avanguardia, è il maggior produttore europeo di riso e col riso ha fatto un miracolo: è riuscita ad esportarlo addirittura in Cina. Come? Col RISOTTO: una ricetta unica, che si cucina solo con alcune varietà di riso, rigorosamente italiano.
Patrizio Roversi – un turista/giornalista appassionato di agricoltura – è ben conscio che pensare di fare oggi uno spettacolo sul cibo, magari con l’immancabile show-cooking, è come decidere di mettersi in fila al sabato mattina sull’autostrada Bologna-Rimini: non è una scelta originale, è scontato che si finirà in coda assieme a tanti altri.Ma se il tema è il riso, ha deciso comunque di provarci, se non altro perché fino ai 18 anni, quando dopo la Maturità è scappato dalla casa natale di Mantova, ha mangiato riso tutti i giorni, perché sua madre maestra tornava tardi e lui ha dovuto quotidianamente arrangiarsi a bollire due pugni di Vialone Nano, col burro e il grana.
Ma durante lo “spettacolo” Riso al dente, che assomiglia più ad una seduta psico-socio-gastronomica, chiederà aiuto a vari ospiti, con video, collegamenti in streaming con esperti (nutrizionisti, sociologi, psicanalisti etc…) per discutere, raccontare, esplorare tutti i temi che si possono incontrare intorno alla Risorsa Inesauribile Sostenibile Onnipresente, il R.I.S.O.
E il nostro turista/giornalista immergerà se stesso e tutti in un contesto visivo di Mietta Corli, pensato come vero co-protagonista, che apre squarci di immagini per illustrare un ingrediente, un paesaggio, un territorio. E che scandisce i tempi e gli spazi drammaturgici insieme alla coinvolgente musica rossiniana, sottile presenza che detta il ritmo generale dello spettacolo, soffermandosi sul contesto paesaggistico-gastronomico evocato dal riso, sulla purezza trasparente di un chicco, la bellezza di una cipolla, l’ardire dorato dell’olio extra-vergine d’oliva, il profumo immaginato di un soffritto scalpitante, la pesantezza anche visiva del midollo di bue…
- Agri-spettacolo e show-cooking dedicato al RISO
- Di e con Patrizio Roversi
- Impianto video-scenico e regia di Mietta Corli
- Agri-spettacolo e show-cooking dedicato al RISO
- Di e con Patrizio Roversi
- Impianto video-scenico e regia di Mietta Corli
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